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Nicola
Dinato

Nicola Dinato Chef apertura feva Nicola Dinato Chef

La Gastronomia secondo Dinato

Nasce a Camposampiero in provincia di Padova nel settembre del 1981, promotore della Cucina Madre e sviluppatore di idee per la ristorazione.
Vive i suoi primi anni di vita esplorando la magia della cucina casalinga, facendone una ragione di vita. All'età adolescenziale scopre tra gli esploratori, dopo vari piccoli disastri, che quella sarebbe stata la sua strada, iscrivendosi e diplomandosi così all'Istituto Alberghiero G. Maffioli di Castelfranco nel 2000.

Apprendista da subito al Ristorante Da Barbesin a Castelfranco Veneto, all'età di 20 anni decide di intraprendere il suo personale giro del mondo alla ricerca della qualità, dell'accrescimento professionale e con in testa il sogno di diventare un vero cuoco.
Nel 2001 all'Osteria Da Fiore a Venezia come capo pasticcere, a fianco di Mara Martin e di una vera famiglia, promotori dell'autentica cucina veneziana di pesce, semplice ma di estrema qualità.

Cucina intesa come forma d'arte, risultato di un meticoloso lavoro d'artigianato

Armato di due bagagli e di tanti sogni, nel 2002 vola a Londra, con l'alibi di imparare l'inglese ma in realtà di vedere tutti i suoi gruppi musicali preferiti e magari abbinare la carriera, prima al George Private Club dell'Harry's Bar Group di Alberico Penati, poi nel 2003 al Gavroche di Michel Roux Jr apprendendo così le basi della cucina classica francese.
Un trampolino di lancio che lo porta nel 2004 a Nizza da Jouni, Atelier du Goût e nello stesso autunno a Le Louis XV di Alain Ducasse a Montecarlo approfondendo la cucina mediterranea portata ai massimi livelli.
Dopo vari tentativi, parte per Roses ed entra a far parte dello staff di El Bulli di Ferran Adria per tutta la stagione 2005, aprendogli la mente dai classicismi delle scuole precedenti, l'esperienza che lo segnerà maggiormente.
Nell'inverno 2005 vola a New York come Sous Chef a Bouley nel quartiere di Tribeca studiando l'approccio manageriale e di marketing applicato alla ristorazione, ritornando negli States nel 2011 a Chicago per uno stage all'Alinea di Grant Achatz.

La cucina come un contenitore d'idee: rispettosa del territorio, alla ricerca dell'autoctono, influenzata dalle stagioni, che rivaluta le materie povere e le ricette della tradizione.

Nel 2007 torna in Italia, lavorando come chef in alcuni locali noti del trevigiano, promuovendo la sua regione nel 2008 alla William Angliss Institute di Melbourne con il workshop "Let's taste Veneto's Culture" e premiato come Chef Emergente del Nordest dal Touring Club Italia nel 2009, per stabilirsi definitivamente con Elodie nel suo primo ristorante, il Feva di Castelfranco Veneto premiato nella guida 2015 con 1 Stella Michelin.

Come imprenditore gestisce altre società come EVO Elements, fondatore e presidente dal 2015 il Circolo Culturale Gastronomico Cusvi e titolare dello Zanze XVI da giugno 2017 assieme al socio e amico Nicola Possagnolo.



Nicola Dinato


Cucina Madre: filosofia e pensiero della espressione culinaria

  • Cucina intesa come massima espressione della natura nel cibo, pertanto rispetto delle materie prime e del naturale cambiamento delle stagioni, periodi, momenti.
  • Controllo della filiera, dove possibile, nell'acquisizione del sapere e dell'importanza di cosa stiamo mangiando.
  • Cucina intesa come forma d'arte, risultato di un meticoloso lavoro d'artigianato.
  • Il gusto, forza principale di ogni piatto, associazione di ingredienti pensati ed estetica relativa.
  • Cucina, non con lo scopo primario di sfamare, ma di essere degustata, nel processo della scoperta di nuovi sapori, nell'intelligente e infinita possibilità di accostamento degli ingredienti.
  • Cucina atta a integrarsi nel contesto ristorativo in cui si trova e dalla tipologia della potenziale clientela, elaborando in modo inverso, dal costo finale del piatto alla materia prima da utilizzare.
  • Cucina intesa a ottimizzare le tecniche di lavorazione e cottura per trarre il migliore risultato dal prodotto.
  • Cucina che rispetta il prodotto principale del piatto nella sua integrità, forma, colore, gusto, aroma accompagnato dal contorno, sfumature e tocchi.
  • Ricerca costante della qualità dei prodotti e del lavoro, insistendo nell'indiscutibile forza di riscontro che un concetto di qualità apporta.
  • Studio degli ingredienti, assumendo pieno controllo della materia.
  • Metodologia, rigore e organizzazione, protagonisti alla base di una cucina di livello, qualsiasi dimensione sia il locale, permettendo lo sviluppo e l'evoluzione, alla ricerca costante della perfezione, anche nell'animo.
  • Assorbimento da tutte le fonti di esperienze altrui, personali, professionali, emotive, artistiche, considerate fondamentali per rendere autentico il piatto creato.
  • Cucina di pensiero, proposta, venduta, rispettata e appresa come tale, per dimostrare ed informare l'impegno, lo studio e la ricerca, atti ad assemblare in modo armonioso tutti gli elementi sopra elencati.
  • L'espressione della cucina nella sua totalità deve essere “impressa” in un piatto di design diverso in base al concetto che si vuole esprimere per esaltarne il valore e poterlo catalogare "piatto".
  • Apprendimento e applicazione dell'eterno connubio tradizione-innovazione, evolvendolo senza che uno prevalga sull'altro e senza che uno possa essere limitativo nello sviluppo della cucina nella sua integrità.
Nicola Dinato Chef Nicola Dinato Chef